Cosa c’è dietro quello che sembra un semplice conflitto genitori-figli
La presenza di un conflitto fra genitori e figli è una situazione comune a quasi tutte le famiglie e da sempre agisce come motore del cambiamento: il figlio infatti capisce che i genitori non sono infallibili, che possono anche sbagliare, e inizia a pensare ed agire con la sua testa, seguendo i dettami morali di una generazione differente e instaurando così un cambiamento. Questo conflitto è quindi nella maggior parte dei casi positivo: quando invece assume contorni patologici va discusso e approfondito con un professionista del settore.
Può nascere da un disagio familiare o personale, può avvenire durante l’adolescenza o trascinarsi negli anni successivi senza essere mai risolto. Quando una famiglia avverte uno stato di sofferenza, magari scatenato da una situazione particolarmente stressante e momentanea (un lutto, forte stress, una malattia), è bene parlarne con chi può aiutare il nucleo familiare stesso ad uscire dalla crisi, cercando di capirne le origini e arrivando insieme alle soluzioni.
Cos’è un paziente designato e perché è al centro del conflitto
Durante una terapia familiare può emergere che, dietro ad un classico conflitto tra genitori-figli, c’è qualcosa di più: spesso il figlio viene trasformato nel paziente designato.
Il paziente designato è in genere un figlio adolescente, che inconsapevolmente prende su di sé le problematiche relazionali ed affettive familiari, finendo per manifestare disagi fisici o psicologici (crisi di ansia, disturbi alimentari, comportamenti disfunzionali).
Il soggetto in questione tiene unita la famiglia, che invece si concentra sul suo problema ignorando gli altri nodi dolorosi esistenti: per questo il suo disagio viene alimentato dal nucleo stesso, che di fronte ad un miglioramento del paziente designato può cadere in stato di profonda crisi e tentare di “sabotare” la guarigione.
Come risolvere questo conflitto genitori-figli?
Questi meccanismi possono venire alla luce a fronte di una terapia familiare, che partendo proprio da un conflitto genitori-figli arriva ad analizzare la disfunzionalità della famiglia intera. Il percorso è lungo e delicato, ma solo affrontando determinati argomenti si può arrivare a comprendere effettivamente le cause del disagio e a sconfiggerlo.
Questa tipologia di conflitto può nascondere anche altre dinamiche, oscure persino a chi le sta effettivamente vivendo: il solo fatto di recarsi in terapia però è un grande passo in avanti nonché una presa di coscienza dell’esistenza di un problema.
La terapia familiare dura in genere qualche mese e agli incontri, che durano un’ora e mezza e che si svolgono ogni 15 giorni, devono partecipare tutti gli elementi del nucleo familiare. La dottoressa Maria Adelaide Caponigro, è psicoterapeuta ed è specializzata in terapia familiare: prenota un appuntamento ed inizia ad elaborare insieme a lei il percorso più adatto alla situazione.